Infine, il libro veniva rilegato dal rilegatore. Nei libri suddivisi in più parti, si possono avere occhietti intermedi. L'innovazione fu poi adottata anche nei Paesi neolatini (come l'Italia), anche se non divenne comune prima del XII secolo. Se esse fanno parte integrante del testo sono chiamate illustrazioni. La pergamena usata doveva certo essere di bassa qualità, con pelli così spesse da far piegare le ginocchia agli allievi che le trasportavano. [13] Dal greco deriva anche la parola tomo (τόμος), che in origine significava una fetta o un pezzo, e gradualmente cominciò a indicare "un rotolo di papiro". Gli autori cristiani potrebbero anche aver voluto distinguere i loro scritti dai testi pagani scritti su rotoli. Ciò diede alla scrittura un colore nero brunastro, ma nero o marrone non erano gli unici colori utilizzati. Viene chiamato codex per metafora di un tronco (codex) d'albero o di vite, come se fosse un ceppo di legno, poiché contiene una moltitudine di libri, come se fossero rami." Ma bisogna aspettare la seconda metà del XV secolo per incontrare il processo di stampa tradizionalmente attribuito ad un'invenzione del tedesco Gutenberg. [16] Entro il 400 d.C. arriva all'80% e nel 500 a 90%. Rosengren, K.E., 2001, Introduzione allo studio della comunicazione, Bologna, Il Mulino, Latin palaeography antiquity and the Middle Ages, Scribes, script, and books: the book arts from antiquity to the Renaissance, Le prime copie della Bibbia esistenti datano verso il secondo secolo o inizio del terzo d.C. Solo codici venivano usati dai, Islam at the Center: Technological Complexes and the Roots of Modernity, Un'applicazione storica: il piombo nella tipografia, Project Gutenberg Digital Library Seeks To Spur Literacy, Un esempio sono i quaderni scolastici con i bordi colorati di rosso, editi dalla, "L'occhietto, ossia una pagina che reca un titolo (ed eventualmente altre informazioni) ma che accompagna, sul recto della carta precedente, un frontespizio con dati più completi", estratto dal documento, biblioteconomia e scienza dell'informazione, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Libro&oldid=118389482, Voci con modulo citazione e parametro pagine, P6404 multipla letta da Wikidata senza qualificatore, Voci non biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Nella biblioteconomia e scienza dell'informazione un libro è detto monografia, per distinguerlo dai periodici come riviste, bollettini o giornali. Nel 1971[34] nasce il Progetto Gutenberg, lanciato da Michael S. Hart, la prima biblioteca di versioni elettroniche liberamente riproducibili di libri stampati. In breve, anche in Egitto, la fonte mondiale del papiro, il codice di pergamena occupava una notevole quota di mercato. Le tavolette di argilla furono ciò che il nome implica: pezzi di argilla secca appiattiti e facili da trasportare, con iscrizioni fatte per mezzo di uno stilo possibilmente inumidito per consentire impronte scritte. Dall'invenzione nel 1456 della stampa a caratteri mobili di Gutenberg, per più di quattro secoli l'unico vero medium di massa è stata la «parola stampata».[7][8]. I libri sono pertanto opere letterarie. Ad un certo punto i romani inventarono un taccuino più leggero e meno ingombrante, sostituendo legno o avorio con fogli di pergamena: ponevano due o più fogli insieme, li piegavano nel mezzo, li bucavano lungo la piega e ci passavano dentro una cordicella per tenerli (ri) legati. Haec tibi, multiplici quae structa est massa tabella, / Carmina Nasonis quinque decemque gerit.», «LE METAMORFOSI DI OVIDIO SU pergamena. Nel quarto secolo la percentuale si alza al 35% - di circa 160 codici, almeno 50 sono di pergamena - e rimane allo stesso livello nel V secolo. At least until Sunday.», The Law of Cybercrimes and Their Investigations, Paccagnella, L. 2010, Sociologia della Comunicazione, Bologna, Il Mulino, p. 84. Tomus fu usato dai latini con lo stesso significato di volumen (vedi sotto anche la spiegazione di Isidoro di Siviglia). Potevano impostare più di 6.000 lettere l'ora e una riga completa di caratteri in maniera immediata. [5] Similmente, nelle lingue slave (per es., russo, bulgaro) "буква" (bukva—"lettera") è imparentata con "beech". Nel tempo, furono anche disponibili modelli di lusso fatti con tavolette di avorio invece che di legno. Deios, a quanto pare un libraio ambulante, voleva vendere una quantità di almeno quattordici codici di pergamena, che interessavano un residente del villaggio egiziano. [29] Con questo sistema di lettura controllata, "un autore poteva produrre una dozzina o più copie di una data lettura e, con due o più letture, più di cento copie di un singolo libro potevano essere facilmente prodotte."[30]. I tre margini esterni del libro, cioè la superficie presentata dai fogli in un volume chiuso, si chiamano "tagli". Verso il 300 d.C. la percentuale si alza fino al 50% - una parità col rotolo che si riflette in certe rappresentazioni che mostrano un uomo che tiene in mano un rotolo vicino ad un altro che tiene un codice. In quanto bene creativo, il libro riflette un valore identitario di natura sociale e collettiva, segnando una collettività; si può perciò considerare un .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}prodotto simbolico[non chiaro]. L'inventore cinese Bi Sheng realizzò caratteri mobili di terracotta verso il 1045, ma non esistono esempi sopravvissuti della sua stampa. Nei libri antichi di lusso, possono essere in numero variabile, da due a quattro (raramente di più), sia all'inizio sia alla fine. Dal II secolo d.C. in poi comincia a diffondersi una nuova forma di libro, il codex o codice sia in papiro che in pergamena. Titoli di compilazioni celebri, il Codice teodosiano promulgato nel 438, ed il Codice giustinianeo promulgato nel 529, indicano che gli imperatori li facevano scrivere su codici, sicuramente di pergamena dato che erano più duraturi e più capienti e inoltre di ottima qualità, dato che erano prodotti sotto l'egida dell'imperatore. [15][19], I codici più antichi che sono sopravvissuti fuori dall'Egitto risalgono al quarto e quinto secolo d.C. e sono pochi - diversi per la Bibbia, alcuni di Virgilio, uno di Omero e poco altro. [15], Il mondo islamico medievale utilizzò anche un metodo di riproduzione di copie affidabili in grandi quantità noto come "lettura di controllo", in contrasto con il metodo tradizionale dello scriba che, da solo, produceva una copia unica di un manoscritto unico. Il valore di un libro non è dato dal solo costo di produzione, c’è innanzitutto da considerare che il libro è un’opera dell’ingegno. L'uso degli eBook al posto dei libri stampati si è tuttavia diffuso solo all'inizio del XXI secolo.[35]. In quest'epoca si usavano differenti tipi di inchiostro, usualmente preparati con fuliggine e gomma, e più tardi anche con noce di galla e solfato ferroso. I monaci o altri che le scrivevano, venivano pagati profumatamente.[15]. Le parole di Marziale danno la distinta impressione che tali edizioni fossero qualcosa di recentemente introdotto. I monasteri continuarono la tradizione scritturale latina dell'Impero romano d'Occidente. Secondo Erodoto (Storie 5:58), i Fenici portarono in Grecia la scrittura ed il papiro verso il X secolo o il IX secolo a.C. La parola greca per papiro come materiale di scrittura (biblion) e libro (biblos) proviene dal porto fenicio di Biblo, da dove si esportava il papiro verso la Grecia. I romani chiamarono tali tavolette col nome di codex e solo molto più tardi questo termine acquisì il senso che attualmente gli diamo. I libri con copertina cartonata in genere sono rivestiti da una "sovraccoperta". Il cartonato si diffonde nel XIX secolo, preferito per economicità, robustezza e resa del colore. Per tali edizioni di lusso il papiro era certamente inadatto. La storia del libro continua a svilupparsi con la graduale transizione dal rotolo al codex, spostandosi dal Vicino Oriente del II-II millennio a.C. al primo periodo bizantino, durante il IV e V secolo d.C., quando la diffusione del cristianesimo e del monachesimo cambiò in maniera fondamentale il corso della storia libraria. Assente nel libro antico. Tuttavia, il codice non si guadagnò mai molta popolarità nel mondo pagano ellenistico, e soltanto all'interno della comunità cristiana ottenne grande diffusione. Il libro più antico stampato con questo sistema è il Sutra del Diamante (868 d.C.). Si chiama "controguardia" la carta che viene incollata su ciascun "contropiatto" (la parte interna del "piatto") della coperta, permettendone il definitivo ancoraggio. I piatti hanno dimensioni leggermente più ampie rispetto al corpo del volume. Inizialmente i termini non erano separati l'uno dall'altro (scriptura continua) e non c'era punteggiatura. L'apertura delle pagine, specialmente nelle edizioni in brossura, era di solito lasciata al lettore fino agli anni sessanta del XX secolo, mentre ora le segnature vengono rifilate direttamente dalla tipografia. Il vocabolo originariamente significava anche "corteccia", ma visto che era un materiale usato per scrivere testi (in libro scribuntur litterae, Plauto), in seguito per estensione la parola ha assunto il significato di "opera letteraria". Un codice (in uso moderno) è il primo deposito di informazioni che la gente riconosce come "libro": fogli di dimensioni uniformi legati in qualche modo lungo uno dei bordi, e in genere tenuti tra due copertine realizzate in un materiale più robusto. Sostanzialmente - sia per il formato, sia per l'economicità - esso trova precedenti nella storia del libro anteriore alla stampa, già a partire dall'antichità (il "libro che sta in una mano": nel mondo greco encheiridion, in quello latino i pugillares, nel Medioevo il libro da bisaccia). Ai romani va il merito di aver compiuto questo passo essenziale, e devono averlo fatto alcuni decenni prima della fine del I secolo d.C., dato che da allora, come ci dimostrano i distici di Marziale, divennero disponibili a Roma le edizioni di autori comuni in formato codex, sebbene ancora una novità. There are 129,864,880 of them. La parte che sporge oltre il margine dei fogli è chiamata unghiatura, o unghia o cassa. Una tavoletta può esser definita come un mezzo fisicamente robusto adatto al trasporto e alla scrittura.
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